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Una possibile alternativa

Estate 2010. Erano le sette di sera di un sabato non troppo afoso per gli standard della campagna padana.

I miei zii avevano organizzato una cena all’aperto, e tutti i parenti più prossimi, geograficamente o genealogicamente, erano stati invitati. Sui grandi tavolacci in legno c’erano zuppiere colme di spaghetti all’uovo, rosette di pane, taglieri con Grana Padano e salumi, e svariate bottiglie di lambrusco aperte.

Prendisole a fiori, camicie a maniche corte, bermuda, t-shirt e canotte, risate nell’aria, bambini che si rincorrevano sulla ghiaia seguiti a ruota dai cani di casa, scodinzolanti. Gli ingredienti per una bella serata c’erano tutti.

Me ne stavo seduto sulle panche, ascoltando con un orecchio i miei genitori, e con l’altro una conversazione tra due miei cugini. Parlavano di case. Erano entrambi agenti immobiliari: era dipendente di una agenzia, l’altro, il più giovane, aveva da poco aperto la sua. Stava cercando personale, e a bruciapelo mi disse: – Giovanni, ma se sei stanco, perché non provi a cambiare direzione del tutto? Uno come te potrebbe farmi comodo…

La proposta di Alessandro, così si chiama mio cugino, mi colse di sorpresa, ma alla fine della chiacchierata promisi di pensarci su.

La cena fu ufficialmente dichiarata conclusa a mezzanotte e un quarto, e dopo aver dato una mano a sparecchiare e aver scambiato qualche abbraccio, ognuno tornò a casa propria.

Era quasi l’una quando arrivai al mio appartamento, un po’ brillo a causa del caotico mix di lambrusco, prosecco, digestivi e grappe. La proposta di Alessandro continuava a ronzarmi in testa come un calabrone sovrappeso, alticcio anche lui.

Mi sedetti al tavolinetto di vimini che, assieme a due sedie da campeggio e al materasso gonfiabile in camera da letto rappresentava il cento percento dell’arredamento della mia nuova casa, e tirai fuori un quadernetto e una Bic blu. Accettare o non accettare? Nonostante l’alcol in corpo, in pochi minuti avevo già schizzato una bella tabella coi pro e i contro di entrambe le ipotesi. Credo di averlo ancora quel foglietto, da qualche parte.

I pro vincevano, ma volevo darmi un po’ di tempo prima di prendere una decisione di questa portata, visto che avrebbe sconvolto non solo la mia vita, ma anche quella del mio socio. Ho lasciato quindi passare qualche giorno, ma quei famosi pro che avevo scarabocchiato sul foglio a quadretti sembravano diventare sempre più interessanti, e i contro scomparire. In qualche modo la decisione era stata presa.

Dopo neanche un paio di mesi da quella cena, firmai di fatto il doloroso ma necessario adieu alla mia vecchia società, e iniziai a preparare i documenti per la nuova partita IVA.

Le cose poi sono andate un po’ diversamente da come me le immaginavo, ma non è sempre così?


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