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Una agenzia suburbana

venerdì 29 ottobre 2010

Questa mattina ho risposto alla mia prima telefonata.

Dopo qualche battuta ho capito che la signora doveva aver sbagliato agenzia, cercava quella famosa, quella col logo verde.

– Mi spiace signora, noi siamo quelli col logo rosso e blu.

Ha sbuffato e detto che siamo in troppi, e che abbiamo tutti nomi simili. Colpa nostra se ha fatto confusione. E ha sbattuto giù il telefono. – Buona giornata anche a lei, signora.

Però è vero, siamo in tanti… quattro agenzie nel raggio di tre chilometri non sono poche, e in effetti studiando quei famosi portali salta fuori che abbiamo tutti un po’ gli stessi immobili.

Due delle agenzie concorrenti sono di quelle in franchising, per intenderci quelle coi marchi conosciuti anche dai sassi, e le altre due invece, una è la nostra, sono indipendenti. Le differenze etologiche tra le due specie sono lampanti. Giacca, cravatta e uffici arredati da designer i primi. Jeans, maglione e uffici approssimativi i secondi. Pubblicità patinata ovunque i primi. Volantini al limite del ciclostilato di lotta continua i secondi. Piglio agguerrito, abbronzatura e taglio perfetti, e autorevolezza pseudo-notariale i primi. Impressione che siano (siamo) appena scappati dalla festa della porchetta i secondi.

Nota: Le cose cambieranno negli anni a seguire, con un infighettamento progressivo anche delle agenzie indipendenti, ma così andava nel 2010, quantomeno in provincia di █████████.

Ora, a me jeans e maglioni sono sempre andati più a genio di giacca e cravatta, ma sapere di essere in quattro a cercare di vendere lo stesso bilocale, giocandocela contro due agenzie con mezzi decisamente fuori scala rispetto ai nostri un po’ mi dà da pensare.
Noi saremo pure ruspanti e simpatici, ma quelli a pubblicità, appeal, abbronzatura e gel ci battono dieci a uno.

– Tranquillo, il mercato tira. C’è lavoro per tutti – mi ha confortato oggi pomeriggio Alessandro, sorridendo attraverso il finestrino della nuova Jaguar. La cosa infonde un po’ di fiducia, no?


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