mercoledì 15 febbraio 2012
Il sig. Cavallari negli anni Novanta faceva il postino.
Poi il sig. Cavallari ha vinto la lotteria, ed è diventato ricco, da un giorno all’altro. Milionario, diremo.
Il sig. Cavallari invece di sputtanare tutto in auto sportive, yatch e coca, ha iniziato una nuova vita come imprenditore edile.
Il sig. Cavallari era anche abbastanza simpatico, e si fermava spesso in ufficio per bere un caffè con noi e fare una chiacchierata. Abbiamo anche venduto e affittato qualcuno dei suoi appartamenti. Non molta roba, in realtà, ma il fatto è che era conosciuto da tutti, e vendeva benissimo anche da solo.
Il sig. Cavallari aveva un figlio di poco più di vent’anni. Viziato e un po’ strano, come viziati e strani sono spesso i figli di chi è ricco. O forse un po’ di più.
Il sig. Cavallari abitava in una bellissima casa nel centro della città, con vista sul grande parco alberato. Era grande, e ne adibiva una parte a bed & breakfast, che gestiva la moglie.
Il sig. Cavallari una sera rientra nella sua grande casa davanti al parco, e nella penombra vede suo figlio che lo aspetta per chiedergli soldi.
Il sig. Cavallari rifiuta, perché vorrebbe che suo figlio iniziasse a darsi da fare, trovare la sua strada, guadagnarsi da vivere come tutti i suoi coetanei.
Il figlio del sig. Cavallari non era d’accordo. Anzi, non era ASSOLUTAMENTE d’accordo con lui. E per questo motivo prende un candelabro dal piccolo tavolo vicino all’ingresso, e colpisce violentemente suo padre alla tempia, uccidendolo sul colpo.
La triste storia del postino milionario finisce così, con una pozza di sangue sul pianerottolo di una casa con vista sul parco, le urla di sua moglie, e un figlio che guarda il cadavere del padre, senza proferire parola.
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