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Una brutta fama

mercoledì 26 ottobre 2011

Agente immobiliare. Una professione che soffre di uno stigma negativo che fa spesso rima con stronzo, disonesto, losco, parassita, avido, incompetente, imbroglione, arrogante, profittatore e farabutto. E la lista potrebbe andare avanti ancora a lungo, credo.

Questa è un po’ l’opinione dell’uomo della strada, e sapete cosa? Forse ha torto, ma comunque lo capisco. Io non penso di rientrare in nessuna delle categorie qui sopra, e anzi faccio tutto per evitare di finirci, ma ne ho conosciuti di farabutti, eccome. E non tutti erano abbronzati e non tutti indossavano pantaloni col risvoltino, anche se una parte di me amerebbe pensarlo.

Credo però che sia fuorviante concentrarsi solo sulla nostra categoria, perché diciamolo, è proprio il concetto di agente che sta sui coglioni. Gli agenti, in una ipotetica scala della reputazione si trovano sotto i venditori e di poco sopra a scarafaggi e politici

Perché il venditore può forse barare sul prezzo di un prodotto, ma almeno HA un prodotto. L’agente invece muove solamente aria e scartoffie, e alla fine guadagna sulle spalle sia di chi compra che di chi vende, come un efficientissimo parassita bifronte.

Agenti di cambio, agenti di commercio, agenti letterari… siamo tutti nella stessa barca, le uniche differenze stanno nel valore di quello che trattiamo e nella tipologia di cliente.

E quindi sì, è passato solo un anno da quando ho iniziato ma ne ho già conosciuti parecchi di agenti con due spanne di pelo sullo stomaco, abilissimi nel chiudere gli occhi su certe questioni o ingigantirne altre alla bisogna, solo per portare a casa la parcella più alta possibile e al più presto.

Siamo tutti così? Certo che no, ma la natura in apparenza parassitica della nostra attività credo che favorisca la percezione, vista da fuori, che marcio uno, marci tutti. È sbagliato, ma comprensibile.

Eppure se quella del sensale è una professione che ha attraversato i millenni, qualche funzione deve pur averla. E poi su, se ha bisogno di un agente perfino George Clooney, pensate davvero di non averne bisogno voi?


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