lunedì 23 luglio 2012
Sto frequentando il corso da ormai un mese, alternando serate di lavoro extra per riuscire a pagare le rate del mutuo, a serate, onestamente più pallose che complicate, di studio del codice civile e amenità immobiliari varie. Sono stanco ma reggo, per ora. E mi diverto a guardare i miei compagni di corso, immaginandoli come soggetti di un documentario naturalistico con la voce di David Attenborough.
Mediatori alpha sono facili da riconoscere. Sono quelli più abbronzati ed eleganti. Sì esatto, lavorano quasi sempre per agenzie in franchising, da anni in alcuni casi. Gli esemplari più giovani sembrano alla costante ricerca di un partner femminile da ammaliare con sorrisi asimmetrici a sopracciglio alzato, petto gonfio e aneddoti su compravendite milionarie. Sono caratterizzati da un’epidermide leggermente più chiara degli esemplari anziani, dal derma quasi brunito, solitamente più scontrosi dei primi ma egualmente boriosi. Seguono il corso solo perché obbligati dalla casa madre, a causa delle stesse normative che hanno obbligato anche il sottoscritto.
I due esemplari che frequentano il mio corso sembrano gemelli killer di un brutto film anni Ottanta. Completo grigio, scarpe nere lucide, camicia chiara e cravatta a contrasto. Enormi orologi Diesel con troppe cromature sempre in bella mostra. Entrambi simpatici come un aneurisma.
Almeno una volta per lezione, una importantissima telefonata apparentemente di lavoro (alle 9 di sera?) li costringe a uscire dall’aula. Rientrano sempre col sorriso di chi ha appena concluso l’affare della vita via Blackberry[i], di nuovo.
Disoccupati. La crisi generale ha colpito duro, e di disoccupati sono pieni i corsi di ogni tipo, non solo quelli da agente immobiliare. Si muovono in branco o in solitaria, ma non è raro vedere anche vere e proprie coppie avvicinarsi a queste zone. In questo corso ci sono due esemplari, marito e moglie, un po’ inquietanti. Somigliano ai Die Antwoord[ii]. Puoi provare a rivolgergli la parola, fare una domanda, salutarli… le reazioni sono sempre al limite del percettibile. Si tengono sempre per mano, davvero sempre. Uno dei due esemplari deve essere mancino, è l’unica spiegazione al fatto che riescono a tenersi per mano durante la lezione e prendere comunque appunti. Da quando abbiamo iniziato il corso li avrò sentiti pronunciare meno di dieci parole in tutto. Non disturbano, certo no. Però ogni volta che mi giro ho l’impressione che abbiano appena distolto lo sguardo. Brrr.
Costruttori. I costruttori sono una specie nuova nel panorama, ma ai corsi se ne vedono sempre di più. Non possono operare come agenti per questioni di conflitto di interesse, quindi cosa li spinge ad avventurarsi in questi territori? Forse si stanno solo preparando un piano B, nel caso di bancarotta, oppure vengono per studiare da vicino il nemico/amico agente immobiliare, che a seconda del momento è una utile remora che lavora in simbiosi con loro, oppure una seccatura. Nel mio corso c’è un costruttore mio conoscente, un paisà che si è sposato la ragazza per la quale stravedevo alle medie. Ma non gli porto rancore. Non molto.
Casalinghe. Appartenenti a un Phylum differente da quello dei Disoccupati ma appartenenti allo stesso Regno, le casalinghe obbligate a ingegnarsi per trovare una fonte di reddito extra sono un altro prodotto della crisi economica. Un esemplare di mezza età contraddistinto da una livrea appariscente da soap opera sudamericana frequenta il nostro corso. Molto più simpatica di quello che acconciatura e vestiario possano lasciar immaginare, ha chiaramente trafitto il cuore di uno dei due mediatori alpha, e forse anche quello del costruttore.
Svogliati. Le mandrie di svogliati popolano le regioni scolastiche e lavorative alle latitudini le più diverse grazie alla loro grande adattabilità. Gli svogliati sono relativamente semplici da individuare: sono quelli che in linea di massima, usando un termine gergale, non fanno un cazzo se non obbligati a forza. E anche nel nostro corso ne abbiamo un esemplare. Ultimo banco a destra, schiena appoggiata al muro, gomito sul tavolo a reggere testa ciondolante, e il resto dei suoi centodieci chili adagiato sulla sedia. Non prende appunti, non interviene mai spontaneamente, e quando è interrogata non sembra avere la minima idea non tanto della risposta, ma neppure del significato della domanda. Fondamentalmente, entra in classe e dorme, cambiando il gomito d’appoggio ogni quarto d’ora, da destra a sinistra, e poi ancora a destra. Una sera, risvegliatasi giusto in tempo per la pausa caffè, mi ha confessato che il suo sogno è quello di aprire una piccola rete di agenzie a suo nome. Il sogno ricorrente nel mese di pennichella serale, forse.
[i] Marchio di “smartphone per il business”, qualsiasi cosa questo significhi, con tastiera fisica. Ha goduto di un enorme successo dal 2005 al 2013 circa, poi è scomparsa nel nulla.
[ii] I Die Antwoord sono un gruppo musicale hip hop sudafricano composto da tre membri, Ninja, Yolandi Visser e DJ Hi-Tek. Il look di Ninja e Yolandi è… particolare, diciamo.
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