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Guerra Termonucleare Globale

martedì 22 luglio 2014

In fisica il processo di fissione nucleare è dato dalla scissione di un nucleo atomico pesante, uranio o plutonio, fate voi, in due o più nuclei leggeri. Quando questo succede, viene liberata una grande quantità di energia, quel tipo di energia che ha raso al suolo due grandi città giapponesi negli anni Quaranta del ventesimo secolo, e fatto vincere la Seconda guerra mondiale ai buoni. Relativamente buoni, dai.

Molta, molta energia comunque.

La scissione tra noi e Pietro ha innescato una serie di fissioni a catena, da entrambe le parti, tanto da sembrare di trovarsi in una versione alternativa di Wargames[i] (bel film del 1983, se non l’avete visto recuperatelo) nella quale Matthew Broderick non riesce fermare un bel niente e il NORAD procede col lancio di missili, ai quali i russi non possono che rispondere con altrettanta nucleare veemenza.

Test nucleari USA – Operazione Crossroads – 1946 – Atollo di Bikini

Non entrerò nel dettaglio di ogni episodio, ma nel nostro caso l’energia è stata sprigionata sotto forma di accuse reciproche, urla al telefono, bestemmie tra le più colorite, ovviamente pugni sul tavolo, e minacce di telefonate a certi avvocati che uh, ci sarebbe stato da vederne delle belle. Insomma le classiche beghe da divorzio, niente che meriti di essere raccontato nel dettaglio.

Quasi niente, perché forse un episodio meritevole di essere raccontato c’è.

Un pomeriggio Pietro mi ha chiamato al telefono, con una cordialità obbiettivamente fuori scala, soprattutto visti gli ultimi scambi che avevamo avuto, per chiedermi i codici di accesso al server sul quale si trovavano sito e intranet.

– Scusa Pietro, perché?

– Beh, visto che ci separiamo, è ovvio che mi servono. Tu non ci sarai più quindi devo potermi gestire le cose da solo.

– No beh l’intento mi è chiaro, però volevo farti notare che si tratta di qualcosa che ho progettato e realizzato io, e l’ho fatto gratis perché lavoravamo tutti assieme…

– Eh, e quindi? – Il tono di voce era già cambiato.

– Beh, per metterlo in piedi non ci ho lavorato due pomeriggi, ma qualche mese… tu hai deciso di sciogliere la società, mica io. Mi hai sostanzialmente dato del ladro fino a dieci minuti fa dicendo che intascavo soldi in nero alla faccia tua, e adesso mi chiedi i codici per averlo gratis?

– Cioè, vuoi dire che dovrei pagarlo? Ma hai visto che c’è il mio logo lì sopra?

– A parte che la società non è ancora sciolta e che quel logo è tecnicamente ancora pure mio, ma sai chi ce l’ha messo là, nell’angolo in alto a sinistra?

– Ma tu sei fuori di testa, vuoi che paghi una cosa mia…

– E dove starebbe scritto che è tua?

– C’è il logo!

– Senti Pietro, facciamo così: faccio il conto di quante ore ci ho lavorato, vedo quanto l’avrei fatto pagare a un cliente reale, e a te lo lascio alla metà esatta.

– Se se, va bene. Ciao. – E ha sbattuto giù il telefono.

Ok, mi sono detto, Amen, ci ho provato. Comunque col cazzo che gli do i codici.

Dopo una decina di giorni, con la data dell’atto notarile per la scissione verbalizzata degli atomi in rapido avvicinamento, ho ricevuto un’altra sua telefonata.

– Ciao, scusa se non mi sono fatto sentire negli ultimi giorni ma sai, sempre tante cose da fare. Senti, volevo dirti che, dai, ci sto, accetto la proposta, facciamo come dici tu.

– Ah ok, perfetto. Domani allora ti invio per mail il preventivo e aspetto il tuo via per iniziare i lavori di separazione tra i tuoi e i nostri dati nel database. E ovviamente poi ti faccio anche avere tutti i codici d’accesso, prima dell’atto dal notaio, così dal giorno successivo sarai autonomo.

– Ok perfetto, ti saluto, ciao. – E ha chiuso la telefonata, di corsa.

Strano questo cambio di rotta. Però vabbè, mi dicevo, ci avrà pensato e capito che era la soluzione migliore. Il giorno successivo quindi gli ho mandato il preventivo.

Nessuna risposta. Per uno, due, tre, quattro giorni… l’atto notarile era fissato per il lunedì successivo. Pace, penso.Se non ha fretta lui, devo averla io? Farò il lavoro più avanti.

È arrivato il giorno dell’atto, ed eravamo tutti seduti attorno al tavolo di legno in attesa che arrivasse la giovane notaia che ci era stata assegnata. Pietro non ha accennato nulla per quanto riguardava la faccenda in ballo, e anzi fingeva di leggere attentamente le carte davanti a sé. Nessuno parlava con nessuno, l’aria era pesante.

In realtà qualcuno che parlava c’era, ed era il mio sesto senso, che immagino spesso avere le sembianze del gatto Tom di Tom & Jerry[ii].
In piedi sulla mia spalla e col gomito appoggiato alla mia tempia, stuzzicadenti in bocca, mi stava dicendo: “Secondo me qualcuno sta provando a mettertelo in quel posto. Fossi in te farei qualche chiamata”.

Messo in allerta da Tom, ho tirato fuori il cellulare. Con le mani sotto la scrivania ho inviato un messaggio a chi gestiva i nostri server: – Ciao Luca, per caso qualcuno ti ha fatto richiesta dei nostri codici di accesso recentemente?

– Hei Giovanni, sai che è strano che me tu me lo chieda, perché effettivamente sì, mi è arrivata una mail mezzora fa dal vostro ufficio. Chiedevano i codici. Però adesso sono fuori sede, non li ho con me… riuscirò a darglieli questa sera appena rientro.

– Perfetto, grazie mille. Ti devo una birra, ricordatelo.

– Per quale motivo? Tutto bene?

– Tutto bene, ti racconterò!

Ora, per i non tecnici sono obbligato a spiegare una cosa: possiamo immaginare il sistema che avevo creato, e che Pietro voleva, come un’automobile.
L’auto era mia, i garage erano della società, e le chiavi del garage le avevamo io e Luca. Se Luca avesse dato le chiavi (i codici) a Pietro, lui avrebbe potuto aprire il garage, cambiare lucchetto, chiudermi fuori e tenersi l’auto, ma non poteva farlo mentre io ero ancora socio.

Quindi ha finto di accettare la proposta per farmi stare tranquillo fino all’atto, fregandosi le mani all’idea derubarmi legalmente di qualcosa per il quale avevo lavorato ore e ore.

Non male come piano, per uno che dava del ladro a me.

Speravo di avere ancora qualche ora di tempo.

Dopo una attesa interminabile è arrivata la notaia. – Scusate, sapete… un testamento. Molto sofferto.

L’atto era durato poco meno di quindici minuti, e alle 18:48 io e Alessandro eravamo ufficialmente fuori dalla società, obbligatoriamente pronti a crearne una nuova.

Ma prima avevo una cosa da sistemare: sono salito in auto e mi sono lanciato verso casa mia, coprendo i trenta chilometri necessari a velocità abbondantemente oltre i limiti legali, attraverso la campagna deserta solcata da canali e puntinata da fattorie e piccole frazioni senza nome. Erano ormai quasi le sette di sera, dovevo fare quello che dovevo prima che Luca rientrasse e inviasse i codici di accesso.

Una volta arrivato davanti casa mi sono scaraventato fuori dall’auto, ho scalato le rampe di scale di corsa, ho acceso il vecchio PC, mi sono collegato al server, ho scaricato il backup del sistema e poi ho cancellato tutto.

Tre minuti dopo ho ricevuto il messaggio da Luca che mi comunicava di aver inviato i codici al mio ex socio in quell’esatto momento.

A quel punto mi sono accasciato sulla sedia e mi sono accorto di essere esausto, sudato, e di puzzare come uno che ha appena finito una maratona con un regolamento che vieta l’uso di deodoranti.

Erano passati solo dieci minuti quando il telefono si è messo a vibrare sulla scrivania. Ho risposto, era Pietro, incazzato come un’ape intrappolata sotto un bicchiere.

 – Ma cosa cazzo hai fatto? Non funziona più niente qui! Il mio sito è SCOMPARSO!

Finalmente rilassato, gli ho spiegato cos’era successo. E che se avesse accettato quel famoso preventivo, con pagamento anticipato ovviamente, avrei potuto ripristinare tutto come da accordi, anche il giorno dopo.

Mi ha sbattuto il telefono in faccia. Avevo una birra in frigorifero, l’ultima. Me la sono scolata tutta, con le gambe che ancora tremavano per la tensione e un sorriso ebete in faccia.


[i] Wargames – Giochi di guerra (WarGames) è un film del 1983 diretto da John Badham con Matthew Broderick. PIl film propone temi e argomenti tipici dei primi anni Ottanta caratterizzati dalla corsa agli armamenti, dallo stallo degli accordi SALT e dal dispiegamento degli euromissili secondo una prospettiva progressista e pacifista. La morale del film si basa sul concetto di distruzione mutua assicurata.

[ii] Tom & Jerry è una serie di cortometraggi d’animazione statunitense creata nel 1940 da William Hanna e Joseph Barbera, incentrata sulla rivalità tra i due protagonisti, Tom il gatto e Jerry il topo. Ma era proprio necessaria questa nota? Forse no.


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