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Epilogo

venerdì 23 ottobre 2015

Sono passato in ufficio per fare due chiacchiere e vedere come se la passano senza di me. Mi fa impressione vedere il calendario degli appuntamenti della prossima settimana senza i rettangolini azzurri con scritto il mio nome e quello del cliente da incontrare.

Ci sono solo quelli verdi e gialli di Limoncino e Alessandro. Sì, fa strano. E se Limoncino, che diventerà presto il nuovo socio di mio cugino, non mi mancherà manco per il cazzo, Alessandro sì, mi mancherà.

E mi mancheranno anche tutte le persone con le quali nel tempo ho instaurato qualcosa che forse non è proprio amicizia, ma è sicuramente molto più della semplice conoscenza.

Anni fa ho letto un breve romanzo di David Foster Wallace[i], intitolato “Una cosa divertente che non farò mai più.”

Ecco, rileggendo gli appunti che ho scritto in questi cinque anni mi pare lampante che fare l’agente immobiliare non sia stato per me particolarmente divertente di per sé.

E il conto in banca mi conferma che pure dal punto di vista economico non si è trattato di un quinquennio entusiasmante, vuoi per la crisi, per la zona, e chissà, magari anche per il mio stesso modo di essere agente immobiliare.

Eppure mi rendo conto che in un certo qual modo mi sono divertito, o per lo meno sono riuscito a trovare abbastanza appigli divertenti da poterci legare un filo rosso che mi accompagnasse fino all’uscita.

Wallace sosteneva che non avrebbe mai più fatto una crociera, e allo stesso modo credo che molto difficilmente deciderò mai di ritornare a fare l’agente immobiliare.

Gennaio non è in fondo così lontano, e io sono pronto per una avventura nuova.


[i] David Foster Wallace (1962 – 2008), è stato uno scrittore e saggista statunitense.


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