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Assolo siciliano

venerdì 2 ottobre 2015

Oggi è entrato in ufficio un cliente siciliano, con un accento così “carico” che Montalbano a confronto sembra nato a Firenze nel 1500. Ha iniziato a parlare con Limoncino e quando mi sono accorto che di fronte a noi avevamo un genio, ho preso carta e penna.

– Minghia quellappattamento è buono, cha anghe il ripostino che a mia moglie ci fa comodo. Senti un po’, se col padrone facciamo un complotto e ci sposiamo, poi il contratto lo facciamo 4×4, chutto regolare eh che io le cose le faccio bbene, mica come quegli shtronzi cheggirano oggiggiorno, che te lo dico io che faccio il camionista e che ho un bilico piccolo e di gente ne vedo. Cioè, un bilico piccolo, è più che altro una motrice grande ecco. Un camion medio insomma, mi sono capito no?

Alla fine volevo applaudire, alzarmi e stringergli la mano, commosso.

E vedete, è per chicche come queste che un po’, in fondo, mi spiace abbandonare questo lavoro.

Perché sì, oggi è stato il mio ultimo giorno.

Sorpresi? Forse no, se avete letto l’introduzione. Voglio dire, dovevo pur smettere di fare l’agente a un certo punto, no? Anche se ce l’ho messa tutta per non lasciarmi scappare spoiler qua e là. Ho dovuto barare, sacrificando pagine del diario che avrebbero svelato troppo, e aggiungendo queste note datate 2023 in una pagina scritta nel 2015. Dovevo pur chiudere con un colpo di scena, o almeno provarci.


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