martedì 25 febbraio 2014
Sta la crisi, si era capito, no? Non sono l’unico ad avere più di un lavoro.
Sono arrivato in ufficio dopo pranzo, e mentre riflettevo sul fatto che avevo ancora il sapore di Sambuca sulle labbra e che la cosa non fosse proprio professionale, mi sono accorto di non essere solo. Al piano di sotto Alessandro stava parlando con qualcuno. Ho verificato sull’agenda e strano, in teoria non doveva avere appuntamenti. Quindi mi sono affacciato dalla tromba delle scale per capire con chi stesse parlando, e ho riconosciuto anche se di spalle l’arredatore che ci ha progettato l’ufficio, tutto occupato a disporre sulla scrivania brochure colorate, come un pagliaccio-croupier con enormi carte da poker per bambini in formato A4.
Alessandro mi ha sorriso e fatto cenno di scendere. Aveva la faccia del “vieni anche tu che c’è da ridere.” L’arredatore stava spiegando le mirabolanti qualità di queste nuove bevande al sapore di caffè. Che non era esattamente caffè, dato che si trattava di un estratto di una radice africana, ma il sapore era quello, più o meno.
Sulla copertina di una delle brochure c’era un nigeriano grasso vestito di bianco con anello di diamanti al dito, a braccia aperte davanti alle sue scatole di caffè dal packaging lussuosamente pacchiano, o viceversa.
– E questo invece – ha detto l’arredatore estraendo dal mazzo un’altra brochure dai colori sgargianti – è un integratore potentissimo. L’ho provato io stesso! – E l’ha detto esattamente così, come i testimonial dei detersivi doppiati male nelle pubblicità delle reti TV commerciali – Pochi grammi da sciogliere in acqua, ed è come se mangiassi un chilo di carote al giorno!
– Un chilo di carote al giorno? Se mangio un chilo di carote al giorno muoio in una settimana, arancione. – gli ho risposto.
– No beh, ma tranquillo, – facendosi serio – è un sistema brevettato. Da tre premi Nobel! Come dicevo, non sono certo l’unico con più di un lavoro.
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